La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 11675 del 18 Febbraio del 2016 stabilisce che divulgare un selfie non rientra tra i casi punibili a norma del 4° comma dell’art. 600 ter c.p. che censura chiunque offre o cede ad altri, anche a titolo gratuito, il materiale pornografico che taluno ha prodotto utilizzando minori. Considerando che per “selfie” si intende uno scatto fotografico realizzato dallo stesso soggetto ritratto, la Suprema Corte parte dall’assunto per cui nella logica dell’art. 600 ter c.p. il soggetto minore ritratto nella foto deve essere persona diversa dal soggetto che “utilizza” il minore e realizza lo scatto; solo questa circostanza rende l’immagine un “corpo del reato”. L’autoscatto invece è realizzato dallo stesso soggetto ritratto che, per la ratio dello stesso articolo, non potrebbe “utilizzare” se stesso. Pertanto la Suprema Corte statuisce che non può essere censurato chi fa circolare immagini che ritraggono scene di minori in atti di pornografia, se le immagini sono state realizzate dagli stessi minori che si vedono nella foto. Va precisato che non si integrano gli estremi del reato di cessione di materiale pedopornografico sia se l’immagine venga fatta circolare dell’autore del selfie, sia se a farla circolare sia chi l’ha ricevuta che a sua volta contribuisce alla divulgazione inviandola ad altri. Ciò sempre in ossequio al principio per cui la Corte ha voluto considerare lecita l’immagine prodotta dallo stesso soggetto ritratto.

Vale la pena però focalizzare l’attenzione su un ulteriore circostanza che allevia l’allarme sociale che non è escluso possa sollevarsi in taluno dei lettori. Se chi divulga un’immagine che contenga un autoscatto riconducibile a materiale pedopornografico non può essere punito per il reato di cessione riferito al 4° comma dell’art. 600 ter c.p., comunque la detenzione (e non la cessione) di tale materiale integra una diversa fattispecie di reato distinta e cristallizata nel comma 3° dello stesso articolo corrispondente appunto alla detenzione di materiale pedopornografico e per tale condotta vi potrà essere censura per il soggetto che ne è in possesso.